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2022: La corte di cassazione romana decide di non decidere sul Territorio Libero di Trieste

2022: La corte di cassazione romana decide di non decidere sul Territorio Libero di Trieste

Lo scorso 8 febbraio è stata emessa dalle autorità di Roma una sentenza (8600/2022, pubblicata il 16/03) relativa alla Questione di Trieste, su cui non avevamo pubblicato nulla in precedenza, in quanto sostanzialmente nullo è l’impatto di questo documento, così come di tutta l’iniziativa. In questi giorni però molti politici, giornalisti e semplici cittadini hanno toccato la questione. Vale la pena, quindi, di fare chiarezza.

La sentenza è disponibile al seguente link: http://meeting.podemo.org/t/sentenza-corte-di-cassazione-roma-8-febbraio-2022/187

Vediamo cosa viene sostenuto nella sentenza stessa.

“[La presente azione giudiziale] veicola domande non proponibili dinanzi a qualsiasi giudice, poiché comporta non già la delibazione di una posizione di diritto o di interesse legittimo, ma un sindacato sulla configurazione costituzionale dello Stato italiano, mettendone in discussione, a monte, la stessa ridefinizione dei confini territoriali o, comunque, il loro assetto.”

Oste, il vino è buono?
Sì.
Perchè dice che è buono?
Perchè Sì.

La parte seguente è un piccolo capolavoro: con questa sentenza non intendono rispondere, ma fanno riferimento ad un’altra sentenza in cui non è stato ritenuto necessario rispondere.

“la sentenza n. 53 del 1964 della Corte costituzionale, la quale ha ritenuto non necessario puntualizzare se, in forza del Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947, fosse cessata l’anzidetta sovranità per poi essere “ripristinata in conseguenza del Memorandum d’intesa” sottoscritto a Londra il 5 ottobre 1954 ovvero (tesi ritenuta preferibile dalla stessa Corte costituzionale) detta sovranità non fosse mai cessata”.


Ma dato che c’erano, non hanno resistito a provarci, a fornire una risposta, anche se dichiaratamente parziale. Con risultati che parlano da sè, focalizzando l’argomentazione sulla creazione della Regione FVG:

“E che, comunque, del territorio dello Stato italiano si tratti e non già di altro e diverso organismo sovrano […] emerge in modo evidente (anche al di là della complessiva ricognizione normativa operata dalla Corte territoriale in modo aderente all’assetto delle fonti nazionali ed internazionali implicate nella vicenda) dal dato – di per sé coerente con il c.d. principio di effettività di diritto internazionale – costituito dalla emanazione, da parte dello Stato italiano, della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, che, nel costituire il Friuli-Venezia Giulia in Regione autonoma […]”

Quindi ora Trieste sarebbe diventata formalmente italiana nel 1963? Curioso, questa è la quarta data che esce da sentenze dei tribunali italiani, dopo le altre fantasiose teorie relative al 1947 (sovranità mai persa), 1954 (amministrazione civile magicamente trasformatasi in sovranità), 1975 (trattato bilaterale di Osimo che avrebbe sciolto uno Stato terzo).

La realtà è che l’unica teoria che possono provare a sostenere è quella che non sia MAI esistito alcun cambio di sovranità, il che presuppone di mentire in maniera evidente.


Dal Trattato di Pace, in vigore ininterrottamente dal 15 Settembre 1947 ad oggi, Art. 21.2:

“La sovranità italiana sulla zona costituente il Territorio Libero di Trieste, così come esso è sopra definito, cesserà con l’entrata in vigore del presente Trattato”.


Perchè lo fanno?
Per quale motivo indebolire la propria posizione in questa maniera, non affrontando seriamente la questione?

È semplice: perchè mentre esiste un Trattato multilaterale che ha posto fine alla guerra, pienamente in vigore e ratificato da tutti, non esiste alcun atto o documento che decreti la fine del Territorio Libero di Trieste. I cui cittadini quindi rimangono formalmente sovrani di questa zona sotto la semplice amministrazione civile di Italia, Slovenia e Croazia.


Risulta particolarmente fuori luogo chi, di fronte ad una sentenza che decide di non affrontare seriamente la Questione di Trieste, parla di pietre tombali sull’intera faccenda.
Una domanda sorge spontanea però: se i governi italiani avessero in mano degli strumenti per – come dichiarato da tutta una schiera di politici e giornalisti nazionalisti in questi giorni – mettere una pietra sopra all’intera questione, come mai si rifiutano di utilizzarla?

Viene da pensare che non esista nulla del genere.


Con questo breve comunicato speriamo di aver perlomeno instillato qualche dubbio, a riguardo, anche nei più strenui difensori dello scalcagnato status quo triestino.